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12 febbraio 2008 L’opera presentata oggi in anteprima alla Camera dei Deputati fa parlare gli operai e i parenti delle vittime del lavoro
ROMA – Storie senza presente e senza futuro che raccontano un mondo fatto di lavori alla giornata, senza nessuna garanzia di continuità, senza sicurezza, senza dignità.. “Morire di lavoro”, il film di Daniele Segre presentato ieri a Roma alla sala del Cenacolo della Camera dei deputati, alla presenza del presidente della Camera Fausto Bertinotti., è soprattutto questo, un viaggio alla scoperta dei luoghi invisibili del mondo del lavoro, attraverso il racconto in prima persona dei tanti operai edili che lavorano da precari nei cantieri italiani, ma anche dei familiari di quanti sul lavoro hanno perso la vita.
E le storie da nord a sud sembrano seguire tutte lo stesso schema. C'è chi cade da dieci metri e non ha diritto a un'ambulanza perché è un lavoratore in nero, chi non denuncia un infortunio per non perdere il lavoro, chi accetta di lavorare fino a 14 ore al giorno per 50 euro perché è un immigrato, e chi, infine, dopo tanti anni di cantiere, vede infrangersi il sogno di poter costruire finalmente la propria casa. Storie tragiche ma quanto mai attuali, alla luce degli ultimi incidenti che hanno riportato all'attenzione della cronaca il fenomeno delle morti bianche.
Un progetto ambizioso quello di Segre, che ha visitato diversi cantieri italiani per raccogliere le testimonianze degli operai, e nato più di un anno e mezzo fa, senza alcun sostegno dal sistema cinematografico pubblico italiano. Dopo tanti rifiuti il film è infatti stato prodotto dalla casa produttrice “I cammelli” di proprietà dello stesso regista, con il sostegno del Piemonte Doc Fund e la collaborazione del sindacato costruzioni Cgil.
A margine della presentazione del film Segre ha affermato: “Alberto Manzi una volta insegnava agli italiani a leggere e a scrivere, oggi qualcuno dovrebbe insegnare agli italiani a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Io ho preso ad esempio il settore dell'edilizia perchè e' tra quelli più colpiti dagli incidenti. E' un'urgenza drammatica quella che vive il nostro paese, ed era necessario che il cinema intervenisse”.
E riguardo allo stato dell'arte dei lavori sul Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è intervenuto in serata il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, presente alla seconda anteprima del film alla Casa del Cinema di Roma. “Per quanto riguarda la delega sulla sicurezza non stiamo perdendo tempo. Stiamo marciando in modo molto serrato, veloce, con l'obiettivo di arrivare a una conclusione”, ha detto, “Il lavoro che stiamo facendo non è quindi un lavoro di parte, ma un lavoro che guarda al Paese, perché c'è una richiesta che viene dal Paese, dall'opinione pubblica. Intervenire sugli infortuni vuol dire fare un'opera necessaria”.